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«Credo di aver avuto una grande fortuna: quella di essere arrivato al teatro attraverso l’educazione artistica e l’architettura. […] Per me è importante l’idea delle sequenze delle posizioni plastiche, cromatiche e prospettiche degli attori in movimento e degli oggetti. […]
Nel teatro ho trascinato tutto il mio bagaglio di conoscenza non solo sul piano figurativo ma anche nelle messe in scena, nella concezione e dei tempi. Mi piace la sintesi, uso spesso il fumetto, le immagini che si rincorrono.»
La citazione è tratta da un’intervista rilasciata da Fo a P.Landi, contenuta nel testo Il teatro dell’occhio, raccolta di saggi legati ad una mostra tenutasi a Riccione, 1984, p.17
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Eugenio Barba e Nicola Bavarese propongono questa composizione di ‘posizioni plastiche’, ricavate dalle performance di Fo, accostandole ancora al linguaggio del fumetto per la possibilità di tagliare o aggiungerne altre e comporre sempre un nuovo senso drammaturgico.
Da: Eugenio Barba, Nicola Bavarese, L’arte segreta dell’attore – un dizionario di antropologia teatrale, Milano, Ubulibri, 2005, pag. 150
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